Lui è tornato
di David Wnedt
con Oliver Masucci, Fabian Bush, Katja Riemann
Germania, 2015
genere, commedia, satirico
durata, 116'
“…
A suo tempo, il nazional-socialismo avrebbe fatte proprie e applicate
le idee di Wachler su scala assai più ambiziosa, elevandole a spettacoli
popolari di vasto respiro, in cui il contenuto drammatico delle
rappresentazioni diveniva l’intensa espressione della partecipazione
delle masse all’azione che aveva luogo sulla scena…”
Da “Le origini culturali del terzo Reich”/George Mosse
In
un contesto come quello della Germania, nel quale in larga parte sulla
volontà d’analisi di un periodo storico così complesso – quello che ha
portato Hitler al potere – ha prevalso un omertoso oscurantismo in nome
del presunto mea culpa simil patriottico, “Lui è tornato”
rappresenta uno slancio che finalmente non solo non si arrende alle
premesse di cui sopra ma s’estende ben oltre.
Infatti, in una forma filmica che alterna senza far percepire stacchi la fiction alle
incursioni nel mondo reale – nelle quali il protagonista interagisce
coi passanti ignari, riprendendo i modi di “Borat” – e grazie alla
verosimiglianza dell’attore protagonista, il film di Wnendt – tratto dal
libro omonimo – rielabora il percorso che aveva portato il
nazional-socialismo al potere nell’ottica in cui a dover essere guidata è
una massa lobotomizzata – ed ancora più dannata di allora – in preda
all’assuefazione dal web. Il cortocircuito che si crea è quasi
destabilizzante poiché ogni reazione è, in linea teorica, del tutto
riproducibile nel mondo reale e crea in chi guarda un senso di vertigine
non indifferente. E se lo scopo della satira – satira qui concepita
anche nella propria funzione di stampella del tragico – è
quello di destrutturare il mondo fenomenico e ricomporlo in maniera da
farne evincere le contraddizioni che lo compongono, “Lui è tornato” da
questo punto di vista rappresenta un unicum inatteso nel panorama cinematografico contemporaneo.
Verrebbe
da chiedersi: quando – e se – la massa-dannata si specchierà in tutto
il proprio orrore, avrà la lucidità di riconoscere l’immagine speculare o
urlerà al mostro ignoto? Ancora una volta, sarebbe meglio non conoscere
la risposta.
Antonio Romagnoli
1 commento:
Film molto interessante per lo spunto geniale e i contenuti, però la forma cinematografica un po' troppo stile Borat non mi ha convinto in pieno...
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