In
occasione del Rendez Vous 2016 con il nuovo cinema francese abbiamo
incontrato Emmanuel Moret, giunto nella capitale per presentare in
anteprima il suo nuovo lungometraggio intitolato Caprice. L'intervista,
realizzata sulla terrazza dell'hotel Sofitel di via Lombardia in Roma,
è l'occasione per parlare del film e più in generale per capire il suo
punto di vista sull'amore che da sempre è il vero protagonista della sue
storie.
Il grandi
autori sembrano aver ceduto al cinema commerciale il compito di raccontare
l’amore. Tu in questo senso rappresenti una felice eccezione. Ti sei chiesto
come mai.
In
Francia come
nel resto dl mondo gli incassi influenzano le scelte dei registi e
quindi la
tipologia delle storie che per questo tendono a ricalcare con poche
varianti il modello dominante. Questo determina per esempio che la
dimensione amorosa nella maggior
parte dei casi venga raccontata partendo sempre dalle stesse premesse.
Per
quanto mi riguarda il mio interesse nasce dal tentativo di capire cos’è
l’amore e forse è questo a generare la peculiarità delle mie storie.
A proposito
di questo volevo chiederti quanto c’è di autobiografico in ciò che racconti.
Con le dovute
eccezione posso dire che le mie storie non sono il frutto di esperienze
realmente vissute bensì la proiezione di una visione del mondo che mi
appartiene a livello ideale ed emotivo. Si tratta di fantasmi che ho nella mia testa e
che ogni tanto tornano a farmi visita. Magari è difficile da spiegare ma è
proprio così.
Vedendo i
tuoi film è impossibile non pensare a registi della nouvelle vague come Truffaut e Rohmer ma anche a Woody Allen. E’ a loro che ti sei ispirato.
Essendo
un’amante
del cinema ho visto molte pellicole ed è possibile, anzi è certo, che
alla
pari dei miei colleghi, le abbia interiorizzate a tal punto da citarle
nelle immagini che produco. Si tratta però di un processo inconscio, non
voluto ne ricercato.
Dietro la
naturalezza del tuo cinema si intuisce un controllo rigoroso della messinscena.
Mi piacerebbe sapere come arrivi ad ottenere questo risultato.
Tutto inizia
con la scrittura del film e con la definizione dei caratteri. Successivamente
mi prendo un certo tempo prima dell’inizio delle riprese per provare il testo
insieme agli attori. La spontaneità a cui ti riferisci nasce nel momento in cui
i singoli interpreti non hanno più bisogno del copione per
corrispondere alla mia idea del personaggio. In questo senso la spontaneità a
cui ti riferisci non significa tradire
la sceneggiatura ma al contrario rispettarla fino al punto di farla
propria.
Immagino che
valga la stessa cosa anche per la composizione dello spazio scenico.
Le
due cose
vanno di pari passo. Essendo influenzato dal teatro l’occupazione della
scena non è casuale ma risponde a precise indicazioni che mi
curo di dare agli attori prima di ogni ciak. Anche in questo caso la casualità dei
movimenti è del tutto fittizia e risponde al perseguimento di un’idea.
In Caprice
ci sono due donne agli opposti ma in qualche modo simili. Parlami della
costruzione dei personaggi
Alice
e Caprice
hanno diversi punti in comuni a cominciare dalla recitazione che
rappresenta una
parte fondamentale della loro vita. In più c’è il fatto che nonostante
siano innamorate di
Clement, entrambe reagiscono una verso l'altra con rispetto e senza
alcuna forma d'antagonismo. Ma al di là della storia questi personaggi
mi
consentono di esprimere la mia idea dell’amore che centra poco con
l’esclusività e la fedeltà della vita di coppia. Questi ultimi sono
principi che vengono dopo rispetto al senso di libertà che è implicito
nel
concetto stesso d’amore. Certo, poi bisogna fare i conti con la morale e, come spesso succede nelle mie storie così come nella vita si è costretti a
rinunciare a qualcosa e persino alla persona amata.
Vieni
dal
Sud della Francia e nei tuoi film si respira questa atmosfera mentre
quando giri a Parigi la città appare diversa da quella che siamo soliti
vedere al cinema.
Amo profondamente
il Sud e vivo a Marsiglia, mentre la Parigi che mostro è quella che vedo io
camminando per strada. Sono un viaggiatore curioso, amo scoprire luoghi
particolari.
Sei stato
definito uno dei cinque registi più sexy del cinema francese, questo ti fa
piacere.
Non so dove tu
l’abbia letto o sentito ma penso che si tratti di uno scherzo. Comunque è una
cosa di cui non ho percezione quindi non so davvero cosa dirti.
Adele De Blasi, Carlo Cerofolini
Adele De Blasi, Carlo Cerofolini
Nessun commento:
Posta un commento