sabato, aprile 02, 2016

UN BACIO

Un bacio
di Ivan Cotroneo
con Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli
Italia, 2016
genere: Drammatico
Durata: 101'



Lorenzo è un adolescente, dichiaratamente gay, che giunge a Udine per vivere con la sua famiglia putativa, dopo aver affrontato una precedente esperienza negativa di adozioni. Blu è la figlia del proprietario di un'azienda e di un'aspirante scrittrice: ha un carattere reattivo, anche per il fatto che viene spesso derisa, soprattutto con scritte offensive che appaiono sui muri della scuola. Antonio è figlio di una guardia giurata e pesa su di lui la morte del fratello maggiore, avvenuta in un incidente stradale. E' un abile cestista, ma i suoi compagni lo considerano un ritardato. Frequentano tutti e tre la III A del Liceo Newton.
Nei film che hanno come soggetto l'adolescenza e le sue problematiche il rischio di cadere nella retorica e nello stereotipo sono presenti ad ogni singolo rigo della sceneggiatura e in ogni scelta di ripresa, recitazione, montaggio e soundtrack. Lo spettatore si trova spesso dinanzi a uno schema prestabilito. Ci si occupa di un ragazzo o di una ragazza emarginati e li si circonda di adulti che sono rappresentati o come dei minus habentes o come totalmente incapaci di interessarsi a loro, sia nel contesto familiare che al di fuori di esso.

Ivan Cotroneo, che scrive la sceneggiatura con Monica Rametta rielaborando un proprio racconto, sa come tenersi a distanza dalle negatività di cui sopra per offrirci un ritratto di grande sensibilità e coraggio. 


Le situazioni vengono affrontate frontalmente senza smorzamenti e, come già Vinterberg ne "Il sospetto", qui il regista non ha il timore di schierarsi contro gli animalisti utilizzando la caccia come rito iniziatico. Inoltre, questi Jules, Jim e Catherine adattati ai nostri giorni e con un'età molto diversa dagli originali - l'omaggio a Truffaut viene esplicitato nella scena della corsa a tre - non si limitano ad essere personaggi, per quanto ben costruiti, ma sono da subito persone, con le proprie fragilità e con le proprie prese di posizione. Blu scrive alla sé stessa del futuro 'per non dimenticare'; Lorenzo ostenta sicurezza ma ha bisogno di rifugiarsi nell'immaginario per trovare quell'ammirazione che il mondo dei coetanei gli nega; Antonio è tanto abile nello sport quanto introverso. Di tutti e tre conosciamo l'ambito familiare, in cui incontriamo sensibilità genitoriali diverse ma, ognuna a suo modo, capaci di amore e comprensione. Chi invece si compatta nel rifiuto sono i compagni, tra i quali emergono leader in perfidia e bullismo (equamente suddivisi tra maschi e femmine), che finiscono per essere tutti complici, anche quando sono testimoni passivi dei soprusi. 


La dimensione della città di provincia, con la magia delle sue notti 'antiche' e con la brutalità dei mezzi di comunicazione, oggi alla portata di ognuno, definisce il contesto della narrazione. "Non voglio che mio figlio sia tollerato" dice il padre adottivo di Lorenzo dinanzi alla preside e ad un'insegnante particolarmente insensibile. Cotroneo fa propria questa affermazione senza però cedere alla tentazione del pamphlet, riaffermando con forza il diritto di ognuno a vivere la propria vita e la propria dimensione affettiva, secondo tempi che non siano dettati da un contesto sociale che si eriga a normativo in questo ambito. Lorenzo, Blu e Antonio escono così dallo schermo per entrare nella memoria dello spettatore, nello spazio in cui stanno i film che non si dimenticano.
Riccardo Supino

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