Un bacio
di Ivan Cotroneo
con Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli
Italia, 2016
genere: Drammatico
Durata: 101'
Lorenzo
è un adolescente, dichiaratamente gay, che giunge a Udine per vivere
con la sua famiglia putativa, dopo aver affrontato una precedente
esperienza negativa di adozioni. Blu è la figlia del proprietario di
un'azienda e di un'aspirante scrittrice: ha un carattere reattivo, anche
per il fatto che viene spesso derisa, soprattutto con scritte offensive
che appaiono sui muri della scuola. Antonio è figlio di una guardia
giurata e pesa su di lui la morte del fratello maggiore, avvenuta in un
incidente stradale. E' un abile cestista, ma i suoi compagni lo
considerano un ritardato. Frequentano tutti e tre la III A del Liceo
Newton.
Nei
film che hanno come soggetto l'adolescenza e le sue problematiche il
rischio di cadere nella retorica e nello stereotipo sono presenti ad
ogni singolo rigo della sceneggiatura e in ogni scelta di ripresa,
recitazione, montaggio e soundtrack. Lo spettatore si trova spesso
dinanzi a uno schema prestabilito. Ci si occupa di un ragazzo o di una
ragazza emarginati e li si circonda di adulti che sono rappresentati o
come dei minus habentes o come totalmente incapaci di interessarsi a loro, sia nel contesto familiare che al di fuori di esso.
Ivan
Cotroneo, che scrive la sceneggiatura con Monica Rametta rielaborando
un proprio racconto, sa come tenersi a distanza dalle negatività di cui
sopra per offrirci un ritratto di grande sensibilità e coraggio.
Le
situazioni vengono affrontate frontalmente senza smorzamenti e, come già
Vinterberg ne "Il sospetto", qui il regista non ha il timore di
schierarsi contro gli animalisti utilizzando la caccia come rito
iniziatico. Inoltre, questi Jules, Jim e Catherine adattati ai nostri
giorni e con un'età molto diversa dagli originali - l'omaggio a Truffaut
viene esplicitato nella scena della corsa a tre - non si limitano ad
essere personaggi, per quanto ben costruiti, ma sono da subito persone,
con le proprie fragilità e con le proprie prese di posizione. Blu scrive
alla sé stessa del futuro 'per non dimenticare'; Lorenzo ostenta
sicurezza ma ha bisogno di rifugiarsi nell'immaginario per trovare
quell'ammirazione che il mondo dei coetanei gli nega; Antonio è tanto
abile nello sport quanto introverso. Di tutti e tre conosciamo l'ambito
familiare, in cui incontriamo sensibilità genitoriali diverse ma, ognuna
a suo modo, capaci di amore e comprensione. Chi invece si compatta nel
rifiuto sono i compagni, tra i quali emergono leader in perfidia e
bullismo (equamente suddivisi tra maschi e femmine), che finiscono per
essere tutti complici, anche quando sono testimoni passivi dei soprusi.
La dimensione della città di provincia, con la magia delle sue notti
'antiche' e con la brutalità dei mezzi di comunicazione, oggi alla
portata di ognuno, definisce il contesto della narrazione. "Non
voglio che mio figlio sia tollerato" dice il padre adottivo di Lorenzo
dinanzi alla preside e ad un'insegnante particolarmente insensibile.
Cotroneo fa propria questa affermazione senza però cedere alla
tentazione del pamphlet, riaffermando con forza il diritto di ognuno a
vivere la propria vita e la propria dimensione affettiva, secondo tempi
che non siano dettati da un contesto sociale che si eriga a normativo in
questo ambito. Lorenzo, Blu e Antonio escono così dallo schermo per
entrare nella memoria dello spettatore, nello spazio in cui stanno i
film che non si dimenticano.
Riccardo Supino
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