L’Età d’oro
di Emanuela Piovano
coon Laura Morante,
Giulio Scarpati, Gabriele Dell'Aiera, Gigio Alberti, Eugenia Costantini,
Stefano Fresi, Pietro De Silva , Giselda Volodi, Elena Cotta, Adriano Aprà
genere, drammatico
Italia, 2016
durata, 94’
In alcuni casi la curiosità è il motore che spinge ad
indagare circa una storia di per sé affascinante e che più si conosce più è
necessario – o perlomeno necessario appare agli occhi dell’eventuale indagatore
– che venga raccontata. Sembra questo il motivo che ha portato alla
realizzazione de “L’età d’oro”, film che narra di Annabella Miscuglio, una
delle fondatrici del filmstudio e figura
legata al cinema “impegnato” – sua l’ideazione del primo festival dedicato alla
regia femminile –.
Nonostante quindi il personaggio da portare in scena fosse
interessante – non solo per la Miscuglio
in sé ma per ciò che lei ha rappresentato – il film di Emanuela Piovano già a
partire dalla dedica a Bunuel presente nel titolo fa percepire il rischio – che
coll’incedere della narrazione si concretizza – di essere un’operazione nostalgia non solo
confusionaria nella drammaturgia e priva di contenuti ma anche realizzata nel
peggiore dei modi sul piano tecnico. Tra la regia priva di idee la fotografia spesso
completamente sbagliata e il livello di recitazione medio-basso (nonostante ci
siano ottimi interpreti, come ad esempio Fresi, il livello generale s’inabissa
a causa non solo della mancanza di direzione degli attori ma anche e
soprattutto per le prove della Morante e di Dell’Aiera, perennemente sotto il
pelo dell’acqua) guardando “L’età d’oro” viene da chiedersi com’è possibile
che un prodotto poco professionale sotto ogni punto di vista abbia la
possibilità di essere inserito nel circuito distributivo – questo è uno dei
casi in cui potrebbe essere meglio non conoscere la risposta –.
Tra le didascaliche immagini girate in super-8, il crocevia
di personaggi piatti e una certa insistenza nella verbosità melensa dei
dialoghi, Emanuela Piovano nelle
intenzioni vorrebbe mettere in scena un delicato omaggio al cinema ma, a conti
fatti, più che un omaggio potrebbe sembrare un affronto.
Antonio Romagnoli
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