The idol
di Hany Abu-Assad
con Tawfeek Barhom, Ahmed Al-Rokh, Hiba Attallah
Palestina, Qatar, Gran Bretagna, 2015
genere, Drammatico
durata 100'
Muhammad
Assaf ha una voce straordinaria e la sorella maggiore Nour lo sprona a
credere in se stesso E coltivare la passione per il canto. Nella miseria
di Gaza, però, è difficile anche solo sognare di emergere. Quando Nour
muore perché la famiglia non dispone dei soldi necessari per le cure,
Assaf viene assalito dal dolore. Dodici anni dopo, la prospettiva di
partecipare ad "Arab Idol" e vincerlo diventa una ragione di vita.
Una
parabola chiaramente consolatoria quella di Muhammad Assaf, divenuto
simbolo di pace e ambasciatore ONU solo grazie alle proprie doti canore,
sufficienti a ridare speranza al popolo palestinese. Egli proviene
dalla striscia di Gaza, teatro di combattimenti perenni e circondata
come una prigione a cielo aperto: una realtà con cui il protagonista si
scontra per tutta la vita, fino a dover falsificare la propria identità
pur di raggiungere l'Egitto e partecipare a "Arab Idol". Il regista
abbandona i teatri di guerra che hanno caratterizzato "Omar" e "Paradise
Now" per abbracciare un racconto popolare in cui il dramma palestinese
resta sullo sfondo. La paura è sempre in agguato, come dimostra la
sequenza thriller in cui Assaf attraversa il confine con l'Egitto, ma è
stemperata da un successo inaspettato, che unisce un popolo e lo fa
tornare a sorridere.
"The
Idol" è suddiviso rigidamente in due segmenti distinti: nel primo si
racconta l'infanzia di Assaf, dominata dalla figura di Nour, sorella
determinata e con le idee chiare su come rapportarsi con il mondo. Dopo
un ellissi di dodici anni di vita, si arriva ai giorni che precedono
l'iscrizione di Assaf a Arab Idol. L'epilogo comporta un cambiamento
stilistico. Realtà e finzione si mescolano, in un'alternanza di immagini
di cronaca del vero Assaf e di ricostruzione fittizia della
competizione.
Probabilmente
schiacciato dal peso emotivo che riveste la figura di Assaf per
l'orgoglio identitario palestinese, Abu-Assad si lascia andare a una
narrazione un po' convenzionale, riprendendo "The Millionaire" di Danny
Boyle e aggiungendo qualche velleità simbolica appenna accennata, ma
spenta sul nascere dalle lacrime patriottiche. Lascia molto
piacevolmente sorpresi l'interpretazione di Nour da parte della giovane
Hiba Attallah, talento dall'interessante avvenire.
Riccardo Supino
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